Un sogno nel cassetto

Il Sogno

Nella mia vita ne ho passate tante, a partire dai maltrattamenti in famiglia, per passare al bullismo, al ritrovarmi a vivere in mezzo ad una strada, allo sfruttamento lavorativo ed è proprio per questo che il mio sogno nel cassetto riguardante questo progetto, una volta eliminati tutti i sogni più personali come riuscire un giorno ad avere una casetta in montagna insieme alla mia famiglia ad esempio, è sempre stato quello di fornire aiuto a chi ne avesse bisogno.

Al momento lo facciamo con la musica, lo facciamo lasciando tutto il nostro lavoro a disposizione gratuita di chiunque e facendo si che le donazioni per la nostra sopravvivenza siano del tutto volontarie e, o almeno questa è la nostra speranza, con i pensieri che condividiamo quotidianamente sui social (sopratutto facebook). 

Ma il sogno, quello vero, quello che ho io nel profondo, è che un giorno questo progetto possa guadagnare abbastanza da permetterci non solo di sopravvivere grazie alla bontà delle persone ma, sempre grazie a quella bontà, anche di permetterci di cominciare con un certo tipo di beneficenza.

L'Idea iniziale

All’inizio l’idea era molto semplice: settare un tetto di guadagno alle donazioni che sarebbe stato di 250 euro al mese (che ci sarbbero serviti per continuare ad esistere) e, oltre quello cominciare a devolvere il 25% di tutto ad associazioni benefiche, aumentando la percentuale in base ai guadagni fino anche al 50%.

Non abbiamo mai messo in atto questo “piano” per diversi motivi, tra cui il primo che il servizio che usiamo per ricevere le donazioni ancora non è al 100% completo e non permette di settare obiettivi mensili (e gli rompo le scatole continuamente perché aggiungano questa “feature”), ed il secondo che, dopo aver fatto diverse ricerche, non abbiamo trovato neanche un’associazione, tra quelle che accettano donazioni, che ci sia sembrata veramente meritevole di fiducia. 

E quindi? Accantonata la cosa per sempre?

Anche no.

L'IDEA EVOLUTA

Tanti anni fa, quando avevo appena compiuto i 18 anni ed ero letteralmente scappato di casa per sottrarmi ad una situazione familiare non proprio idilliaca, mi ritrovavo a fare il volontario, in cambio di vitto ed alloggio, all’interno di un istituto scolastico protestante per cui dovevo compiere diverse mansioni, tra cui quella del lavapiatti e dell’aiuto in cucina.

Evvi un’infinità di problemi all’interno di quell’istituto: ricordo ad esempio un giorno che, stando in cucina, riscontrai che le bustine di maionese e ketchup erano scadute, oramai ridotte a piccoli mattoncini solidi e, quando riportai la cosa a chi di dovere mi fu risposto, contro ogni morale e logica, che “per legge fino a tot settimane/mesi dopo la scadenza potevano comunque essere distribuiti” e che quindi dovevo starmene zitto e muto.

Ricordo altresì che ogni giorno, sopratutto nei week end, venivano gettati via kg e kg di cibo perettamente commestibile e così, un giorno, chiesi come mai invece di gettarlo via non andavamo a distribuirlo ai senzatetto.

La risposta fu una risata ed un commento sprezzante e sarcastico sul fatto che “dovevo crescere” perché “non puoi mica andare a sfamare la gente così come ti pare, servono permessi che costano un sacco”.

Ecco, questa cosa mi è sempre rimasta dentro e ripensarci mi provoca tutt’oggi una sensazione di sgomento.

Penso sia anche per questo che il mio sogno nel cassetto, quello più personale e che riguarda solo me, per questo progetto, una volta capito di non fidarmi di alcuna associazione, è diventato quello di riuscire a guadagnare abbasanza soldi da poter prendere questo maledetto permesso e poi, mese per mese, mettere da parte, acquistare cibo sano, quindi non necessariamente dai supermercati ma direttamente alle fonti, e poi distribuirlo alle persone in difficoltà gratuitamente.

E più passano i giorni e più vedo il settore alimentare di queta nazione dirigersi verso i veleni sintetici, più vorrei tanto poter realizzare questo sogno.

Un sogno che è solo un sogno

Come per ogni cosa su questo pianeta, sfortunatamente, i maledetti soldi, pezzi di diavolo che non fanno altro che peggiorare le cose, sono una necessità e quindi quello che è un sogno è per ora, ovviamente, solo un sogno dal sapore di irrealizzabile, sopratutto se consideriamo che ad oggi a malapena riusciamo ad andare avanti noi e con tanti, tanti sacrifici… ma i sogni non devono svanire, devono darci motivazione e speranza per il futuro… quindi me lo tengo stretto in attesa del giorno in cui potrebbe divenire realtà.

Voi avete un sogno da realizzare?

All prossima volta!

Un abbraccio,

Luca

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