Non so quale fosse la visione di Bullcrane mentre creava questo piccolo capolavoro ma so i ricordi, le immagini e le sensazioni che ha stimolato in me e quindi è di queste che voglio parlare.

Non appena ho cominciato ad ascoltare l’album sono stato immediatamente trasportato agli anni in cui avevo il tempo e la voglia di passare ore ed ore ad esplorare i mondi fantastici inventati per me da qualche mente creativa all’interno dei videogiochi.

C’è tutto: la leggerezza del gioco, il mistero dell’esplorazione, la magia di ambienti extraterresti, l’energie di città abitate.

Non posso fare a meno di immaginare città, lande desertiche, dungeon inesplorati… e la musica si sposa perfettamente con tutto.

Manca soltanto la traccia per i combattimenti e poi sarebbe una soundtrack completa.

Musicalmente gli strumenti sono usati magistralmente, creando atmosfere sempre diverse ma vibranti d’energia, a tratti quasi lounge, altre volte piena di mistero.

La produzione è magistrale: non esiste contrasto di frequenze tra i vari suoni presenti ed ognuno pare avere un souo spazio dedicato che gli permette di esprimersi al meglio. 

La composizione poi è davvero superba, con diverse melodie che si intrecciano ed alternano senza però mai perdere il filo dell’emozione legata alla traccia.